Nel Consiglio Comunale del 28-11-2014 le minoranze hanno evitato che
la giunta Seghezzi facesse pagare ai contribuenti pontogliesi circa € 300.000 in più rispetto all’effettivo costo del
servizio della raccolta rifiuti.
Le minoranze, conti alla mano ( fatture
del gestore Cogeme, di Aprica e altri costi indiretti ), hanno dimostrato
che al 31 ottobre 2014 il costo effettivo ammontava a €
562.000 e aggiungendo i due mesi mancanti si perveniva ad un costo
totale di fine anno per circa € 700.000.
Questo importo è ben lontano dal
€ 1.038.633 che in data 7-08-2014, durante la
presentazione del Bilancio di previsione 2014, il Sindaco Seghezzi e
l’assessore Bocchi dichiaravano nella relazione al piano finanziario del
servizio raccolta rifiuti.
Le minoranze avevano bocciato tale piano finanziario in quanto, oltre
a non averlo ricevuto, presentava un costo del servizio a nostro avviso
stratosferico.
La giunta Seghezzi sulla base del loro piano finanziario procedeva a
dividere l’importo di € 1.038.633 tra le 285 utenze non domestiche ( imprese, artigiani e
commercianti ) per un ammontare di
€ 300.000 ( il 30 %
) e le 2.598 utenze domestiche per un
ammontare di € 738.633 ( il 70 % ).
Su questa suddivisione inviava ai contribuenti un acconto pari al 40 % dell’importo stimato per poi effettuare a
febbraio 2015 un conguaglio del 60 %.
Alla data di presentazione del Bilancio di previsione la giunta
Seghezzi aveva già le fatture dei primi 6 mesi di Cogeme per € 332.882 e il nuovo contratto di Aprica del secondo
semestre per un importo di € 277.854; quindi aveva tutti gli elementi per
emettere l’anticipo della tassa sul costo corretto e non prelevare dalle tasche
dei contribuenti un importo maggiore ( per
legge la tassa rifiuti deve coprire i costi ).
Come le minoranze hanno chiesto le fatture del costo della raccolta
differenziata la giunta Seghezzi, sentendosi scoperta, ha cercato di mettere le
mani avanti facendo dichiarazioni alla stampa che avrebbe fatto uno sconto alle
sole utenze domestiche fino ad un
massimo per il 20 % della quota variabile della tassa.
Con questo metodo avrebbe restituito ai soli utenti domestici circa € 94.000
contro un maggior prelievo complessivo di € 300.000
e quindi avrebbe messo in atto un ulteriore inganno ai contribuenti.
Anche questo secondo imbroglio non è passato e le minoranze hanno
preteso che il conguaglio fosse fatto ad entrambe le utenze sulla base dei
costi effettivi.
Puerile è stato il tentativo della giunta Seghezzi di indicare che nel
loro piano finanziario di € 1.038.633 vi erano
degli accantonamenti prudenziali ( mai
indicati nelle loro componenti e nel valore ) e che il possibile risparmio
era dovuto al senso civico dei cittadini.
Il senso civico della giunta Seghezzi invece era quello di mettere in
atto un prelievo occulto di € 300.000 dalle
tasche degli ignari cittadini.
Vogliamo segnalare ai cittadini che come minoranze
vigileremo perché la Giunta Seghezzi nel conguaglio di febbraio 2015 emetta un
modello di pagamento ( F24 ) con un valore giusto sia per gli utenti non domestici che per quelli domestici.
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